Azienda Ospedaliera Sant’Andrea
Aula Carlo Urbani
Roma, 24 - 25 - 26 maggio 2013
L’osteoporosi è oggi ben riconosciuta come una patologia geriatrica e di rilevante impatto sanitario e sociale, che deve essere tempestivamente diagnosticata e trattata con l’obiettivo di ridurre in maniera significativa il numero di fratture da fragilità.
Quello che molti studi rilevano è che nei Paesi Occidentali le fratture osteoporotiche valutate complessivamente sono più frequenti dell’infarto del miocardio (IMA), dell’ictus e del cancro alla mammella, ma in particolare tra di esse le fratture di femore (FF) hanno una mortalità annua che supera quella del tumore gastrico e pancreatico. Circa il 25% dei pazienti muore entro un anno dall’evento fratturativo e questa percentuale cresce con l’età. Nonostante le stime epidemiologiche ed economiche si riferiscano per lo più alle fratture di femore, anche le fratture vertebrali stanno emergendo come un problema clinicamente ed economicamente rilevante e si calcola che due su tre non vengano neanche diagnosticate.
Una volta che la frattura si è verificata risulta molto importante una gestione interdisciplinare del problema a causa della peculiare fragilità del paziente anziano.
I temi trattati nel corso riguardano la fisiopatologia, la diagnosi e la terapia preventiva dell’osteoporosi nell’anziano, l’ipovitaminosi D, l’approccio ortogeriatrico dell’anziano con frattura di femore o con fratture vertebrali, il trattamento medico-riabilitativo delle fratture osteoporotiche in età avanzata, l’importanza del nursing ed il ruolo del territorio nella gestione del paziente anziano osteoporotico con comorbidità.
Questi i temi al centro dell’incontro, che mi auguro possa essere utile ai partecipanti nella loro pratica clinica quotidiana ed al quale vi do il mio cordiale benvenuto.
Prof. Paolo Falaschi