Cerimonia per la posa dell'opera "Luminescenza" dello scultore Felice Tagliaferri dal 21 aprile al 21 luglio 2021 a Roma, nel portico esterno del nuovo edificio della Facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università La Sapienza all’Ospedale Sant’Andrea, in via di Grottarossa 1035.
Luminescenza è una donna bellissima |
FELICE TAGLIAFERRI - SHORT BIO E OPERE PIÙ NOTE
Felice Tagliaferri nasce nel 1969, ha origini pugliesi ma è bolognese di adozione. Vive a Cesena con sua moglie e suo figlio.
La sua è un’infanzia normalissima fino ai quattordici anni, quando una malattia agli occhi lo rende cieco (l’atrofia del nervo ottico). Per due anni resta chiuso nel suo buio, poi sceglie di affrontare la vita, deciso a restare indipendente. Va a Firenze da solo, frequenta un istituto professionale per non vedenti e dopo il diploma inizia subito a lavorare, come centralinista.
A ventiquattro anni risponde all’annuncio dello scultore bolognese Nicola Zamboni, che cerca persone non vedenti per verificare se tale handicap rappresenti o meno un ostacolo alla creazione artistica: è l’esperienza che cambia la sua vita, perché attraverso la scultura “può dare forma alle immagini che ha dentro”. Quindi resta due anni a formarsi nel suo laboratorio: è allora che decide che da grande farà lo scultore. Si licenzia e va in Sicilia, dove una compagnia teatrale cerca uno scultore di scena.
Poi la storia incredibile della sua opera più famosa: il Cristo Rivelato: nel 2008 Tagliaferri si reca a Napoli nella Cappella Sansevero. Chiede il permesso di toccare il Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino, perché per lui è l’unico modo di “vedere” la scultura, ma gli viene negato. Quindi torna a casa e convince un amico a descrivergliela centimetro per centimetro, acquista un blocco di marmo da quattro tonnellate e scolpisce la sua straordinaria copia, che ribattezza “Cristo RiVelato” (2010): non una rivelazione, ma una denuncia importantissima. In quel momento inizia anche una nuova missione per lo scultore romagnolo: rendere accessibile l’arte ai portatori di handicap. Non solo scolpendo le sue opere, ma insegnando a relazionarsi con gli altri, soprattutto con chi ha un diverso punto di vista (o non vista), per abbattere i problemi tra le persone: nelle scuole, nei musei, nelle aziende, nei seminari dedicati a psicologi e counselor (vedi i corsi “Creta al buio”, o il workshop “Doppio senso” al Guggenheim di Venezia, o i corsi di scultura in tutta Italia). Il 2010 è anche l’anno in cui Tagliaferri diventa padre e inizia a scolpire molte figure femminili, madri con in braccio bambini, donne incinte.
Molti anni e molte sculture dopo, il Vaticano dà invece il permesso a Felice Tagliaferri di toccare la Pietà di Michelangelo, per poter farne la sua versione: è una sorta di ‘Pietà Ribaltata’, dove il Cristo tiene in braccio la Madonna, in una nuova visione del prendersi ‘cura’ del figlio nei confronti della madre, dell’uomo verso la donna, dei giovani verso gli anziani. Il risultato è “Nuovo Sguardo” (2020), opera che lo scultore termina durante il primo lockdown della pandemia di Covid-19, nella quale tutti questi temi divengono ancor più centrali. Mentre la ferocia dei femminicidi e delle violenze sulle donne non accenna a placarsi: la nuova scultura, al contrario, è il nuovo sguardo rivolto alla donna e al mondo.
Sia il “Cristo Ri-velato” che il “Nuovo Sguardo” sono state appena esposte a Parma nell’ambito di Parma Capitale della cultura 2020-21. Recentemente i Musei Vaticani hanno commissionato una scultura a Felice Tagliaferri.